È il 22 dicembre 1984. Bernhard Goetz, 37enne con una laurea
in ingegneria elettronica e nucleare, prende la
metropolitana a Manhattan. Quattro ragazzi di colore, tra i
18 e 19 anni, si avvicinano chiedendogli 5 dollari. Non sanno che tre anni
prima, sempre nella metropolitana newyorkese, Bernie era stato aggredito,
picchiato e derubato da tre giovani. Non sanno che Bernie, per quanto figlio
di immigrati tedeschi, si è bene integrato con lo spirito americano e con
l’esaltazione del secondo emendamento e, dopo quella prima disavventura, ha
comprato in Florida una calibro 38 e se la porta illegalmente in tasca. Carica.
Bernie non prende bene la richiesta dei ragazzi:
tira fuori la pistola e, con quattro o cinque colpi in rapida
successione, ferisce tutti e quattro. A uno di loro, Darrell Cabey, restano
una paralisi e un danno cerebrale irreversibili.
Sulla stampa e nel cinema
La criminalità a New York negli anni ’80 era ai livelli della
Gotham City peggiore. La gente non ne poteva più, viveva tra la paura dei
delinquenti e la rabbia per l’inefficienza delle forze dell’ordine, e quando
il caso di Bernhard Goetz apparve sulla stampa (che gli diede il soprannome di
“Subway Vigilante”, il vigilante o giustiziere della metro), in tanti si
identificarono con lui e ne fecero un eroe.
Un altro
soprannome diffuso sulla stampa era Death Wish, dal film del 1974 (in
Italia Il giustiziere della notte) in cui Charles Bronson interpreta
un uomo tranquillo che, in seguito all’omicidio della moglie e allo stupro
della figlia, si trasforma in anonimo vendicatore che vaga
per New York di notte alla ricerca di assassini da giustiziare.
Sembra inoltre
che la vicenda di Bernhard Goetz abbia ispirato
Un giorno di ordinaria follia (Falling Down), il film del
1993 in cui Michael Douglas ha una brutta giornata e si dà alla violenza. Non
solo: pare che il nostro vigilante della metro sia stato di grande ispirazione
per il film Joker del 2019 con Joaquin Phoenix.
La vicenda, inoltre, accadeva negli anni in cui Rupert Murdoch costruiva il suo impero mediatico: diventato proprietario del New York Post, lo stava trasformando in un tabloid dai toni sensazionalistici. E i titoloni aggressivi e le storie di crimine vendono bene.
I sostenitori
Tra i vari sostenitori di Bernie spiccarono i
Guardian Angels, organizzazione di volontari per la sicurezza
pubblica, fondata da Curtis Sliwa nel 1979 nel Bronx, che all’epoca
pattugliava le linee metropolitane della città proprio con lo scopo di
prevenire e combattere il crimine.
Si fece sentire anche la
National Rifle Association, l’organizzazione per i diritti
civili dei possessori di armi da fuoco, perché — è logico! — se ciascuno di
noi avesse un’arma con sé in ogni momento, avremmo perlomeno la possibilità di
sparare a un altro prima che l’altro spari a noi.
L’unica cosa che può fermare un cattivo con una pistola è un buono con una pistola.
L’NRA che espone la propria visione schematica della vita a una conferenza stampa in seguito al massacro alla Sandy Hook Elementary School (2012), nel quale un ventenne aprì il fuoco uccidendo 20 bambini e 6 dipendenti della scuola elementare, oltre alla propria madre.
Sparagli Piero, sparagli ora
E dopo un colpo sparagli ancora
Fabrizio De André, La guerra di Piero (1964), la storia di uno che se avesse ascoltato i consigli della voce narrante, oggi non dormirebbe sepolto in un campo di grano (ma avrebbe un omicidio sulla coscienza).
Darrell Cabey
Gli spari di Goetz mandarono Darrell Cabey in coma per un paio di mesi. Il ragazzo, colpito
alla spina dorsale, rimase paralizzato dalla vita in giù e con danni cerebrali irreversibili.
Dieci anni dopo la sparatoria,
aveva 29 anni anni e la capacità mentale di un bimbo di 8. Viveva sempre con la madre Shirley in una casa popolare nel Bronx.
Gli altri tre ragazzi sembrano aver proseguito, nei decenni successivi, le loro vite problematiche,
tra abusi di droghe e incarcerazioni e, ad oggi, due di loro sono morti, ben prima di compiere sessant’anni.
Il verdetto
L’entusiasmo per l’eroico giustiziere si assottigliò leggermente quando
cominciarono a diffondersi i dettagli dell’evento e alcune dichiarazioni
sanguinarie di Bernie. I ragazzi non erano armati e, per
quanto avessero intenzione di derubarlo, al momento della sparatoria non lo
avevano minacciato in alcun modo. In più, uno di loro venne colpito al fianco e un altro alla schiena:
segno che si stavano girando per scappare. Non proprio un pericolo imminenete.
E avere la pelle nera non
dovrebbe essere, di per sé,
una minaccia all’incolumità individuale tale da giustificare
un tentato omicidio.
Sta di fatto che al processo penale, in
cui Bernie affrontava numerose accuse tra cui tentato omicidio e aggressione,
venne assolto su tutta la linea (tranne per il porto abusivo di arma da fuoco,
per il quale fece 8 mesi di carcere) perché le sue azioni vennero considerate
una legittima difesa dalla giuria (composta prevalentemente
da bianchi di Manhattan, ma sarà un caso).
Guarda, se avessi avuto più proiettili, gli avrei sparato ancora e ancora. Il problema è che ho finito i proiettili.
Dichiarazione da un interrogatorio di Bernhard Goetz poco dopo l’arresto (traduzione mia)
Su Netflix
La storia di Bernhard Goetz è raccontata, con particolare attenzione a come fu
riportata dai media e vissuta dall’opinione pubblica, nel secondo episodio
della docuserie Netflix Processi Mediatici (Trial by Media, 2020).
Con una tragica simmetria, l’episodio successivo tratta di un caso
avvenuto nel Bronx nel 1999, in cui
quattro poliziotti bianchi spararono 41 colpi (quarantuno!)
contro un ragazzo di colore, non armato, che se ne stava davanti alla porta di
casa. La loro difesa? Era un quartiere pericoloso, era notte, erano
spaventati. Sembra evidente, a questo punto, che i bianchi abbiano diritto ad agire in base alla paura più di
quanto i neri abbiano diritto alla propria vita, perché tutti e quattro i
poliziotti, al processo, furono assolti in pieno. La morte di
Amadou Diallo, studente dalla Guinea di 23 anni colpito da 19
proiettili, rimase senza colpevoli.
Ma parliamone
Certo, la paura, e la rabbia, e la frustrazione della gente comune nei confronti della
criminalità sono più che comprensibili. Ma davvero si rende necessario prendere la giustizia
nelle proprie mani e ricorrere alla brutalità? E davvero intervenire a pistole spianate in situazioni
di crimine, disagio e diseguaglianze sociali, è la soluzione?
Anche perché sì, la criminalità e il pericolo di essere derubati e aggrediti sono problemi reali. Erano
possibilità molto concrete nella New York di quegli anni. Ma va detto che la paura è alimentata dai media,
che riportano ben volentieri le notizie più violente e sconvolgenti, perché devono scioccare più della concorrenza.
Sarà che io, più che un Bernie con la pistola carica in tasca, mi identifico con un Piero che vorrebbe
evitare di vedere gli occhi di un uomo che muore, — ma continuo a pensare che la sicurezza personale sia
un bisogno essenziale e sacrosanto per tutti, e non per alcuni, e ho l’impressione che quella rabbia, che ci
viene così facile sommare alla fobia del diverso, sarebbe meglio sfruttata se diretta altrove.
Se non ti basta: risorse interessanti per approfondire
- La già citata docuserie Netflix Processi mediatici / Trail by Media: sei episodi da un’oretta ciascuno (in inglese e anche con il doppiaggio italiano), che si possono guardare in ordine sparso e in modo autonomo, affrontano casi celebri negli Stati Uniti e fanno riflettere sull’impatto dei media nei fatti di giustizia penale.
- Fiasco: Vigilante (2023), podcast di Leon Neyfakh, racconta la vicenda in sei episodi da 40 minuti l’uno, focalizzandosi anche sull’indagine e il processo (in inglese, al momento si trova in esclusiva su Audible.com - è a pagamento ma si può fare un primo mese gratuito).
- Questo articolo (in inglese) di All That’s Interesting (un sito che, già dal nome, mi conquista) racconta la storia di Goetz nei dettagli e ha un sacco di foto molto belle.
Fonti
- 1984 New York City Subway shooting, Wikipedia
- The Story Of Bernhard Goetz: The Mugging Victim Turned New York’s “Subway Vigilante”, All That’s Interesting
- Did ‘Subway Vigilante’ Shoot 4 Black Teens in Self-Defense?, YouTube
- Crime in New York City, Wikipedia
- Shooting of Amadou Diallo, Wikipedia
L’immagine in alto è di Mollie Sivaram da Unsplash.
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